QUANDO LO STATO E’ NEMICO DEL POPOLO…
…IL POPOLO DEVE DIVENTARE NEMICO DELLO STATO!
Ci siamo mai chiesti perché i potenti abbiano scelto Genova, per togliere e per sempre al popolo la voglia di protestare? Perché in nessun altro paese oltre l’Italia, esisteva una classe dirigente così vigliacca da massacrare a bastonate dei ragazzini addormentati!
E’ dunque all’Italia che si deve la realizzazione della dittatura mondiale del capitalismo finanziario.
Negli ultimi dieci anni abbiamo assistito all’ aumento della povertà, ad un progressivo peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro, al dilagare di guerre e conflitti a vantaggio delle banche mondiali e multinazionali, che hanno raggiunto livelli di concentrazione di ricchezze e di potere senza precedenti, anche perché i profitti sono privati e le perdite socializzate.
Le banche mondiali concedono prestiti alle nazioni in difficoltà, in cambio della privatizzazione delle strutture produttive, dei servizi pubblici (previdenza, sanità, istruzione, riduzione dei salari e dei diritti dei lavoratori). Tutto ciò per poter disporre senza controlli sia dell’ambiente che delle risorse naturali oltre alla stessa umanità.
Il capitalismo è un sistema che contrappone il dominio e la ricchezza di pochi alla miseria e alla spoliazione dei più e questa “globalizzazione” non è altro che il trionfo del capitalismo che oggi come ieri, è una minaccia per l’umanità: cosa c’è di più terribile della concentrazione dell’economia nelle mani di un potere illimitato e incontrollabile?
Questo volevano impedire quei ragazzini a mani alzate, venuti da tutto il mondo, invece a Genova è stata uccisa per sempre la volontà popolare e spalancata la strada a questa dittatura globale del nazi-capitalismo finanziario.
I No Global sapevano che nella globalizzazione liberista non ci sarebbe stato posto per i diritti e sarebbero crollate tutte le conquiste del lavoro con un ritorno al para-schiavismo medievale. Sapevano che se l’OMC fosse riuscito a realizzare il suo disegno di liberalizzazione dei mercati sarebbe stato in grado di imporre le sue decisioni al mondo intero (all’epoca il potere della BM e del FMI era limitato al Sud del mondo) e le conseguenze sarebbero state devastanti anche per l’ambiente con il saccheggio di risorse naturali: petrolio, minerali, boschi e mano d’opera, in una distruzione sociale ed ambientale oltre a mutamenti climatici. Purtroppo a Genova è morta la giustizia, è stata uccisa la democrazia e crocifisso Carlo Giuliani: una devastazione che ricorda la notte dei cristalli di Hitler, con la differenza che invece di frantumare vetrine, i nazisti italiani hanno massacrato creature innocenti che dormivano, padri, madre e bambini che pacificamente manifestavano, mentre si lasciava devastare Genova da uomini mascherati (pagati?) che nulla avevano a che fare con i manifestanti, per giustificare la feroce violenza contro gli innocenti, di chi aveva interesse a stroncare per sempre il movimento No Global!
Toccava a noi difendere quei ragazzi, avremmo dovuto ripagare le forze del (dis)ordine usando gli stessi mezzi e cacciare a calci in culo, quella schifosa classe dirigente che si è prestata a scrivere la più vergognosa pagina della storia. Invece ci siamo lasciati impaurire e sottomettere tradendo contemporaneamente i nostri figli e i nostri padri, eroi della resistenza morti per dare a noi quella libertà, che ci siamo lasciati togliere.
E’ necessario organizzarci per uscire da questo inferno, necessita tornare a vivere in una società civile, tornare alla normalità, ad usare la logica ponendo la vita al di sopra del profitto, tornare al rispetto della natura e del creato. Agli uccelli, alle formiche e a tutte le altre specie viventi nessuno dice come devono comportasi, nessuno accumula provviste rubandole agli altri, ma tutti hanno lo stesso identico diritto a procurarsi quel che occorre per vivere, mentre siamo noi ad agire come animali!
E’ necessario strappare il potere a questi criminali e riportare i mezzi di produzione alla proprietà sociale sotto il controllo dei lavoratori. Questo si può realizzare solo con una lotta di classe internazionale e una politica anticapitalistica! Popolo di tutto il mondo uniamoci perché un altro mondo è possibile!
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https://claudiochiaramonte.wordpress.com/2015/07/24/quando-lo-stato-e-nemico-del-popolo-il-popolo-deve-diventare-nemico-dello-stato/comment-page-1/#comment-212
di C. Alessandro Mauceri –
Pochi giorni fa è scaduto il mandato presidenziale del presidente dell’Uruguay Pepe Mujica.
Raramente i media hanno parlato di José Alberto Mujica Cordano. La carriera “politica” di Pepe Mujica (questo è il nome con cui è chiamato nel suo paese) iniziò molti anni fa, da guerrigliero. Erano i tempi della dittatura e l’unico modo per far sentire la propria voce erano le armi. Poi qualcosa cambiò e Pepe decise di appendere al chiodo le armi e di combattere con la sua parola: divenne portavoce del Movimento di Partecipazione Popolare, raggruppamento maggioritario del Fronte Ampio e fu eletto deputato e senatore. Venne nominato ministro all’Allevamento, Agricoltura e Pesca. A novembre 2009, vinse le elezioni presidenziali.
Il suo modo di gestire la “cosa comune” è sempre stato fuori del comune. A cominciare dal modo di “essere presidente”. Pepe Mujica (lo stesso ha fatto il suo vice) ha rinunciato al 90% del suo stipendio e lo ha donato ad organizzazioni non governative e a persone bisognose; per sé ha trattenuto meno del dieci per cento (circa 800 Euro) dello stipendio. Una decisione che gli è valso il soprannome di “Presidente più povero del mondo”. “Noi politici dobbiamo vivere come la maggior parte della gente, non come la minoranza. Io vivo come il popolo del mio paese” è stata la sua giustificazione. Niente auto di lusso o elicotteri di stato per gli spostamenti: solo una vecchia Volkswagen Maggiolino del 1987, ricevuta in regalo da alcuni amici. E invece di vivere nel palazzo presidenziale, ha continuato ad abitare in una piccola casa a Rincón del Cerro, alla periferia di Montevideo.
Uno stile di vita spartano che nasconde però una grande mente politica. Come dimostra la campagna lanciata durante la sua presidenza, per ridurre la diffusione di armi nel paese. In Uruguay un cittadino su tre possiede un’arma e solo la metà di queste sono registrate. Per questo Pepe Mujica ha lanciato la campagna “Armas para la vida” e ha deciso di regalare una bicicletta o un computer portatile a chi avesse consegnato le armi. Contemporaneamente ha varato una legge con cui veniva inasprita la pena per il possesso illegale di armi.
“Io credo molto nella natura, adoro la natura”, sono queste le sue parole. Non le parole di un politico a poco prima delle elezioni, ma fatti concreti: in pochi media ne hanno parlato, ma il discorso di Pepe Mujica, pronunciato nel 2012 alla Conferenza delle Nazioni Unite sullo Sviluppo Sostenibile Rio+20, è già entrato nella storia e rimarrà nel cuore di chi davvero tiene all’ambiente. In quell’occasione il presidente dell’Uruguay denunciò apertamente l’assurdità del mondo in cui viviamo e lo sperpero di risorse che è oggi di moda, un modo di vivere che non possiamo più reggere. Parole, come sempre, seguite da azioni concrete. “Entro il 2016 copriremo oltre il 30% del nostro fabbisogno energetico con fonti rinnovabili. Abbiamo approfittato del fatto che l’Europa era in crisi, e che alcuni progetti non sarebbero più stati realizzati lì. Abbiamo iniziato a ricevere offerte per i parchi eolici a prezzi davvero convenienti”. “Con il talento e il lavoro di squadra l’uomo può rendere verdi i deserti, coltivare il mare e mettere a punto metodi per usare l’acqua salata per l’agricoltura. Un mondo con una migliore umanità è possibile, ma forse oggi la prima priorità è salvare vite umane”. Questo è Pepe Mujica. Un presidente che con molta umiltà e altrettanta determinazione ha raggiunto performance ambientali migliori di molti paesi “tecnologicamente avanzati”.
Non a caso mentre diverse nazioni occidentali stanno scendendo nella graduatoria del Pil pro capite (l’Italia in un solo anno ha perso due posizioni), l’Uruguay la sta scalando.
Ma risultati rilevanti sono stati raggiunti anche sotto il profilo sociale. In pochi anni l’Uruguay ha attuato cambiamenti che in molti paesi ben più avanzati ancora giacciono sui tavoli dei ministeri. Modifiche come la legalizzazione dei matrimoni tra omosessuali. O come la legalizzazione dell’aborto (in America Latina, oltre che in Uruguay, è legale solo a Cuba e Città del Messico). Anche il diritto allo studio, in Uruguay, è davvero un diritto per tutti. Il presidente ha capito che il lavoro minorile e lo sfruttamento si contrastano eliminando l’analfabetismo con l’arma dell’istruzione. E i risultati non si sono fatti attendere: in meno di dieci anni la percentuale di uruguayani che viveva al di sotto della soglia di povertà è passata dal 39% all’11% (meno che oggi in Italia) e la povertà estrema è scesa dal 5% ad appena lo 0,5% (meno di molti paesi Europei).
La povertà è diminuita anche perché l’economia è cresciuta: gli investimenti sono passati dal 13% del Pil al 25%. Una crescita, quella ottenuta grazie alle misure introdotte dal “Presidente più povero del mondo”, che è diverse volte maggiore di quella di molti paesi industrializzati: negli Usa la percentuale degli investimenti sul Pil è tra il 7,1 e l’ 8,9%, un terzo di quella uruguayana. Eppure, tutti i tg riportano la performance degli Usa e lodano Obama per il risultato migliore dal 2003, mentre nessuno parla di ciò che ha fatto Pepe Mujica.
L’Uruguay, grazie alla gestione del presidente, è stato insignito del titolo di Paese dell’Anno 2013 rilasciato dal giornale The Economist che lo ha definito uno stato liberale, coraggioso, in cui è possibile mantenere una buona qualità della vita, soprattutto dal punto di vista del benessere e della serenità. Uno schiaffo a molti paesi europei la cui situazione, sotto tutti i punti di vista, continua a peggiorare a causa della cattiva gestione della “cosa comune” da parte dei politici. Quelli a cui interessa solo finire sulle prime pagine dei giornali, magari facendo un bel selfie.
E fu il tempo delle rose per la classe lavoratrice
Una amica che lavorava a Ginevra nel palazzo. Tralascio di specificare quale. Dirò solo …..dove si inventano le utopie per i popoli, salvo poi lasciar correre quel indispensabile buon senso che avrebbe dovuto imporre un minimo salariare ai governi degli Stati che li sono rappresentati. Quando ebbe inizio la danza della globalizzazione delle pance vuote e delle banche ubriache
Venne invitata oltre cortina, a quei tempi si diceva così
Ad un matrimonio, chiese cosa avrebbero gradito in regalo
Gli fu risposto, dei cucchiai, perché sono due anni che qui sono introvabili
Abbiamo quantità enormi di forchette ma non si riesce a trovare nei magazzini dei cucchiai
Un tecnico varesino che si recava da quelle parti e vi rimaneva a lungo per istallare le prime automazioni per torni paralleli che la sua azienda produceva raccontava delle prevaricazione di chi era elevato appena un gradino più su, tipo capo reparto o direttore del condominio dove risiedeva. Pretese e corruzioni divenivano crudeli al punto che per avere un alloggio di due stanze dovevi concedere la moglie
Jus primae noctis da baronie !
Convenni che l’utopia comune della comunione dei beni era un utopia Nonostante quel mio parente che ogni anno si recava in quelle regioni a spese di un partito ed era entusiasta
Quello che ora sta accadendo è la parossistica inversione del liberalismo in versione capitalistica senza nessun deterrente
Imploderà come accaduto ad est in forma cannibale
E noi staremo a guardare
Nella mia piccola conca il fiume non c’è scorre dall’altra parte della collina
Rosa Anna il capitalismo non crollerà perché ha comprato tutto e tutti a livello mondiale e solo una rivolta “mondiale appunto” della popolazione potrebbe riuscirci, ma non succederà mai un simile miracolo visto che neppure in un piccolo paese come il nostro, si riesce a mettere tutti d’accordo, sparpagliati e divisi come siamo, ma quello che è più grave è il fatto che ognuno crede di capire più degli altri e la presunzione unita all’ignoranza è micidiale. I potenti lo sanno e si spendono per sparpagliarci sempre di più, oltre ad addormentare i cervelli, con un bombardamento mediatico, per distrarre l’attenzione dai problemi seri e distrarli con lo sport, il sesso e stronzate varie.
“Non smettete mai di protestare; non smettete mai di dissentire, di porvi domande, di mettere in discussione l’autorità, i luoghi comuni, i dogmi. Non esiste la verità assoluta.
Non smettete di pensare.
Siate voci fuori dal coro.
Siate il peso che inclina il piano.
[…]
Siate sempre informati e non chiudetevi alla conoscenza perché anche il sapere è un’arma. Forse non cambierete il mondo, ma avrete contribuito a inclinare il piano nella vostra direzione e avrete reso la vostra vita degna di essere raccontata.
Un uomo che non dissente è un seme che non crescerà mai”
Bertrand Russel
Falso…perché c’è ed eccome se esiste,la Verità***Assoluta…
in Fisica,per lo meno…ed è la Celerità della Luce…
caro lo mio celeberrimo Defunto…come vedi…
io uso questo tuo Suggerimento,contro di Te…in primis…
dovresti esserne soddisfatto,laggiù,nel tuo gelido Sepolcro…!!!
http://www.nocensura.com/2014/10/non-riposeremo-fin-quando-tutto-sara.html
https://video-mxp1-1.xx.fbcdn.net/hvideo-xpt1/v/t42.1790-2/11753363_738353692943364_475915176_n.mp4?efg=eyJybHIiOjMwMCwicmxhIjo1MTJ9&rl=300&vabr=150&oh=018eaa951e384615e9b70f627ec240a2&oe=55B8EEF4
Beh…parafrasando…” lo Stato siamo Noi “…e questo…de Jure…
anche se poi,de facto,ce lo facciam scippare dai…” rappresentanti “…
e vanno avanti citando numeri,cifre,statistiche…’sti furbastri…
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SIC…”…solo un giovane su due è disoccupato…”…SIC
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falso pure questo,se applicato al mio particular caso:
due figli mascoli,ventenni,entrambi disoccupati…” due su due “…
e così,fatalmente,mi vien in mente la battuta del…Trilussa…!!!