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Archive for luglio 2011

IO SO’ IO…
Vorrei sapere con quale metodo si scelgono le persone a cui affidare le alte cariche dello Stato, quali siano i requisiti per accedervi e chi, si assume la responsabilità delle scelte. La “signora” Polverini, governatrice del Lazio possiede i requisiti della maleducazione. La più grande competenza in materia di questa “gentile” megera è il caxxo, evidentemente per lei è un requisito importante per governare, tanto è vero che utilizza questa parola in ogni circostanza. Il linguaggio di questa presidente fa impallidire quello degli scaricatori di porto: chiamare zecche chi le pone domande (specie che lei conosce molto bene essendone la diretta e poco evoluta discendente), urlare a chi la contesta che lei non teme nessuno per cui può usare tranquillamente gli elicotteri della protezione civile per assistere a tutte le sagre paesane, che governare significa farsi i caxxi propri, è da vomito. E’ un insulto all’onestà, una sfida alla popolazione e un invito alla rivolta sociale. Confermare alla luce del sole un comportamento osceno fa rabbrividire, è qualcosa di veramente terrificante per un rappresentante dello Stato. Questa borgatara, che se pensa di essere davvero lei a ricoprire quella carica casca dal letto, questa rappresentante della peggiore incultura romana, questa “cozza” che fa di Vanna Marchi la propria icona, è la prova provata di quanto in basso stia portando il nostro Paese questa accozzaglia di cafoni, malfattori, deficienti salita ai vertici del potere politico e amministrativo. Ma ci rendiamo conto di avere delle fattucchiere ai vertici del potere, degli asini come ministri che ancora scalcitano, nani di cervello che insultano laureati precari dicendo che sono la peggiore feccia, quando la vera feccia s-governa il nostro Paese. Nessun Paese civile è mai stato diretto da una classe politica così miserabile e svergognata sia nella forma che nella sostanza. Non basterà un secolo per riportare l’Italia ai livelli di quando queste bestie la presero in consegna. E’ davvero osceno vedere alle alte cariche dello Stato queste zecche quando il nostro Paese è ricco di menti eccelse, di ricercatori, scienziati, intellettuali, professori altamente preparati e costretti ad emigrare per lasciare il posto a questi aborti umani, che oltre a svergognarci nel mondo, depredano l’intera risorsa del nostro Paese. No non bastano le elezioni a restituire la dignità all’Italia, necessita estrometterli dalla politica, impedirgli di presentare le candidature. E’ necessario affidare in mani pulite e a cervelli evoluti, la dirigenza del Paese, questa è la vera questione morale che i signori della politica DEVONO perseguire. Spetta a noi costringerli, con le buone o con la forza altrimenti prepariamoci al funerale del nostro povero Paese!

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STANIAMOLI
Necessita spezzare questa corda che da anni strangola la popolazione italiana. E’ necessario sciogliere queste cosche chiamate partiti e votare le persone non più i partiti. Andiamo fuori delle università e prendiamoci la meglio gioventù a dirigere il nostro Paese e cacciamo a calci questi deficienti che sanno solo rubare. Finora abbiamo lasciato andare i cervelli ad arricchire gli altri Paesi per tenerci le cucuzze, con il risultato di un Paese nel baratro e la popolazione in coma. Abbiamo permesso alla peggiore feccia di salire al potere e farla arricchire sulle nostre spalle e questi avanzi di galera per riconoscenza ci hanno messi in croce togliendoci lavoro, diritti, onore, futuro e speranza. Ci hanno ridotti a larve mentre essi si sono circondati di privilegi assurdi e immorali, accumulando ricchezze da paura, lapidando l’intero patrimonio comune. Quest’accozzaglia composta da papponi, ladri, mafiosi, zoccole, falliti dello spettacolo, gente che neppure un supermercato assumerebbe come commessi, si arrogano il diritto di sottometterci, di esigere obbedienza da una popolazione colta e preparata ribaltando la legge della natura, che vuole i professori ad insegnare agli allievi, non gli allievi ai professori. E’ arrivato il momento di dire basta. BASTA con le caste del potere. Chiunque intenda fare politica deve percepire uno stipendio identico a quello di qualsiasi altro lavoratore, come dimostrato dal Movimento 5 Stelle che la politica si può fare senza soldi, senza alcun tipo di privilegio e dopo una legislatura, massimo due tornare a fare il proprio mestiere, pagarsi i contributi e andare in pensione dopo 40 anni di versamenti come tutti. Se un lavoratore vero, dedica otto ore della sua giornata al lavoro per percepire uno stipendio di mille euro, non si capisce per quale motivo questa gente, che si siede sugli scranni per otto ore al mese, debba essere pagata migliaia di euro. Quando negli anni passati furono i lavoratori a tirare troppo la corda, i datori di lavoro si ribellarono al punto da riportare la classe lavoratrice al Medio Evo. Prendiamo esempio da loro RIBELLIAMOCI E PORTIAMO I LAVORATORI DELLA POLITICA ALLA PARI DI TUTTI GLI ALTRI LAVORATORI ITALIANI!

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Vorrei chiedere al Presidente della Repubblica con quale coraggio si ritiene soddisfatto di una manovra, che strangola la popolazione e preserva la casta con privilegi contro natura. Con quale coscienza condivide che si continui a dissanguare una popolazione innocente, per alimentare le fauci di una cosca che ha ingoiato l’intero patrimonio comune. Con quale moralità accetta che venga posto un cappio intorno al collo della popolazione che rappresenta, senza muovere un dito contro chi la sta impiccando. A che serve un Presidente della Repubblica se non a difendere la popolazione? Come può tacere dinanzi alle dichiarazioni del capo del governo che arriva ad ordinare ai parlamentari di porsi contro la giustizia, per salvare dalla galera ladri e mafiosi rifugiati in Parlamento? Un Parlamento degradato al ruolo di covo della malavita! Sig. Presidente della Repubblica Lei è diventato il Presidente di un Paese incivile, senza regole né moralità e dove trova l’habitat ideale la feccia della società, che vive sulle spalle di una popolazione trasformata in bestie da soma, per consentire a queste cosche del potere di sfruttarla fino alla morte. E’ consapevole Signor Presidente che si sta trascinando la popolazione verso una guerra civile? Perché sarà guerra, se questo osceno modo di governare non viene fermato. Non si può continuare a crocifiggere la popolazione, alla quale viene imposto di sanare il bilancio sperperato da gente immonda e rassicurare chi ha provocato il disastro, che può continuare a farlo senza problemi. Questa cosca assassina sta sparando sui morti! Attenzione però, anche i morti ammazzati risusciteranno nel giorno del giudizio! In Francia nel 1789 nessuno poteva prevedere, che la popolazione potesse essere incazzata al punto, da fare quel che ha fatto! Allo stesso modo voi, non possedete il metro per poter misurare il grado di sopportazione del popolo italiano.
SAPPIATE CHE SIAMO INCAZZATISSIMI E NON NE POSSIAMO PIU’!

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COSI’ VA ER MONNO

– A Sor nonné, potevida mai ‘mmagginà
doppo ‘na guera de libberazzione…
doppo che li Savoia e Mussolini,
ce l’eravamo levati dai cojoni…
che dovevida ancora bestemmià,
contro ‘n’artro governo d’assassini?

– Quella razza è come la gramigna
più la sradichi, più ‘nfesta la campagna!
– E cada fà sta popolazione
‘gni vent’anni ‘na rivoluzione?
– Dicheno de pregà c’ogni diritto leso…
aiuta a conquistasse er Paradiso.

– Li politici ‘n ce l’hanno ‘sto conflitto?
– No! A loro je spetta pe’ diritto…
– Che stai a dì, ma che te sei ‘mbriacato?
puro er Padreterno hanno comprato?
– Così va er monno…
– Ma vatten’à dormì vecchio bisnonno!

– A regazzì, la nostra è stata solo ‘na chimera…
artro che Nova Era!
– Voi di’ che n’è servit’à gnente…
moriammazzati, pe’ ‘sta mmerda de gente?
– Ada sape’ ch’er popolo è nato p’esse schiavizzato
e loro… pe’ spartisse er ricavato!

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Schierare i blindati con le forze dell’ordine in assetto di guerra, per presidiare un cantiere in Val di Susa, è davvero inquietante. Non si era mai visto nella storia italiana che un governo, per realizzare un’opera che la popolazione non vuole, ritenendola inutile e dannosa, arrivasse al punto di dichiarare guerra ai propri connazionali. Quel che sta accadendo in Val di Susa è per davvero una guerra fra la popolazione e il governo. In un Paese normale le grandi opere vengono studiate coinvolgendo la popolazione direttamente interessata e sulla quale pesano tutte le conseguenze che ne derivano. Nel nostro Paese invece, il governo non ritiene necessario il consenso del popolo e prosegue nel suo intento a gamba tesa. Questo modo di agire rischia di scatenare una rivoluzione dai risvolti imprevedibili. Delle ragioni degli abitanti della Val di Susa questo governo non si fa carico facendo prevalere le proprie, con la forza. Questo è un modo scellerato di governare e ci si chiede a chi conviene avere il Paese contro. Purtroppo gli italiani non nutrono più fiducia nell’operato del governo, dovendo assistere ogni giorno al comportamento immorale da parte di ministri e parlamentari e allo sperpero di soldi pubblici finiti nelle loro tasche. In un Paese di corrotti e corruttori, dove si affidano gli appalti a imprese colluse con le mafie, dove i palazzi, le scuole, gli edifici pubblici vengono costruiti usando sabbia al posto del cemento, dove i prezzi lievitano paurosamente rispetto agli altri Stati, è inevitabile la perdita di fiducia verso le istituzioni. Che in Parlamento ci siano indagati, condannati e collusi con le organizzazioni criminali è cosa che nessuno può permettersi di contestare. Un Paese ridotto alla fame non può permettersi di fare venti miliardi di debiti, che diventeranno cinquanta, prima che venga portata a termine, per un opera faraonica di cui nessuno avverte la necessità e che oltretutto devasta in modo irreversibile un territorio, quando esistono problemi urgenti e gravissimi di cui non si tiene conto. Non si pensa a consolidare il territorio per evitare rischi di frane che avvengono sistematicamente non appena inizia a piovere, portando con sé morte e distruzione. Non si pensa all’Aquila devastata dal terremoto e lasciata diventare un reperto archeologico, mentre gli aquilani impazziscono dal dolore. Si tolgono le risorse alla scuola pubblica, alla ricerca, ai lavoratori diventati schiavi per un tozzo di pane, ai pensionati che devono ricorrere alla caritas per sfamarsi e questa casta pensa a faraoniche opere che oltretutto pagheranno i nostri figli e nipoti. A questo punto è lecito pensare che qualcuno abbia fatto tali e tante promesse per spartirsi la torta e che ora sente la canna del fucile alla schiena. Non esistono diverse spiegazioni all’accanimento e alla violenza morale e fisica contro una popolazione, che non sono degni di governare.

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